BABBO NATALE RITORNA come tutti gli anni a CASTELLUCCIO nella NOTTE DI NATALE CON UNA SLITTA CARICA DI DONI. Tante, tante persone lo aspetteranno AL CASTELLO MANSERVISI. Il suo arrivo è previsto per le ore 21 del 24 DICEMBRE – una gran festa che ci farà felici perché i protagonisti sono i BAMBINI E LE BAMBINE di questa borgata che incontreranno tanti bimbi e bimbe che arriveranno, anche da molto lontano. Per i doni, richiesti nelle letterine a Babbo Natale, che i bimbi e le bimbe potranno trovare nella slitta, è necessario che I GENITORI SI METTANO D’ACCORDO CON GLI ASSISTENTI DI BABBO NATALE TELEFONANDO ai numeri 3356862466 – 3475321382 I L’IMPORTANZA DEI DONI DI BABBO NATALE E’ un dono del tutto disinteressato che non prevede scambio. E’ qualcosa che si desidera e arriva da una figura del mito a cavallo tra sacro e profano. Arriva anche dal mondo dell’immaginario, della fiaba. Arricchisce la nostra creatività, la nostra fantasia. Ci insegna la fiducia e la speranza. Ci impone l’attesa. Il saper aspettare, diventa antidoto alla nevrosi del consumo anche del tempo. E’ un evento che narra il nostro profondo bisogno di attenzione da parte di chi non pretende nulla se non la nostra felicità. E’ un evento specchio che ci insegna ad essere generosi. Un evento che di per sé è già dono. Una strenna che va ben oltre il valore di ciò che si avrà tra le mani. E’ proprio per questo che l’oggetto che si riceve può, anzi, deve essere piccola cosa. 30|10|14

CHE COSA RACCHIUDE LA CONTRADDIZIONE DI MAGIARE IN UN PRANZO PARTI DELL’ANIMALE PROTETTO DAL SANTO?

la caratteristica di protettore degli animali è stata data al Santo solo dalla tradizione popolare e non è presente nella agiografia dell’Anacoreta, anzi, dalle fonti classiche sembrerebbe trasparire un odio del Santo verso gli animali spesso confusi con il demonio.

Un esempio potrebbe essere il seguente passo, mentre era in eremitaggio in una grotta nel deserto, “…vi irruppero demoni che avevano assunto diverse forme di bestie feroci e di rettili, e il posto si riempì subito di fantasmi di leoni, di orsi, di leopardi, di tori, di serpenti…” che cacciò imperterrito.

Atanasio poi ripropone la “distanza” tra animali e Anacoreta quando, narrando un episodio della vita del santo, “…alcuni animali feroci, avvicinandosi a bere, provocarono danno di frequente al seminato e al terreno coltivato. Allora egli ne afferrò pian piano uno dei tre e disse…perché mi portate danno, mentre io non ve ne faccio ? Andatevene via e nel nome del Signore non avvicinatevi mai più…”.

Ecco che però la tradizione popolare fa trasformare il santo in protettore degli animali in un ricordo legato, come vedremo, ad antichi culti pagani autoctoni.

Solo successivamente, a causa del forte radicamento nella tradizione popolare di tali usi e credenze,

il tema sarà assorbito anche dalla religione ufficiale, come testimonierebbe la Benedictio equorum aliorumve animalium del rito Romano.

In realtà, come già accennato, le tracce di questa credenza sono molto antiche, le troviamo già nel Boccaccio quando, nel suo Decamerone, fa dire a Fra’ Cipolla “Acciò che il beato santo Antonio vi si guardia de’ buoi e degli asini e de’ porci e delle pecore vostre…”.

Ma ancora una volta sono gli stornelli e i canti popolari a riproporci l’antico tema del Santo protettore delle bestie domestiche

“…e se hai una gallina l’anno prossimo ne avrai una sessantina, e se hai un porcellino per l’anno prossimo un mucchietto, e se tieni Una pecorella, per l’anno prossimo un mucchio…”

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