Il pranzo rigorosamente a base di maiale non vi proporra’ certo la solita bistecchina ma quelle parti del maiale che venivano consumate nelle case dei nonni subito dopo la macellazione e che ora non si trovano più ne’ nelle macellerie, ne’ nei piu’ esclusivi ristoranti. E’ NECESSARIA LA PRENOTAZIONE I posti disponibili sono solo 80. Bisogna mandare una e mail: info@castellomanservisi.it o telefonare ai numeri di GianPiero 347.5321382 o di Imelde 340.9109333, che trovate anche qui sul nostro sito. LA VITA DI SANT’ANTONIO ABATE è nota soprattutto attraverso la Vita Antonii pubblicata nel 357 circa da Atanasio, vescovo di Alessandria, che conobbe Antonio. L’opera, tradotta in varie lingue, divenne popolare tanto in Oriente quanto in Occidente e diede un contributo importante all’affermazione degli ideali della vita monastica. Antonio nacque a Coma in Egitto (l’odierna Qumans) intorno al 251, figlio di agiati agricoltori cristiani. Rimasto orfano prima dei vent’anni, con un patrimonio da amministrare e una sorella minore cui badare, sentì ben presto di dover seguire l’esortazione evangelica “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri” (Mt 19,21). Così, distribuiti i beni ai poveri e affidata la sorella ad una comunità femminile, seguì la vita solitaria che già altri anacoreti facevano nei deserti attorno alla sua città, vivendo in preghiera, povertà e castità. Si racconta che Antonio ebbe una visione in cui un eremita come lui riempiva la giornata dividendo il tempo tra preghiera e l’intreccio di una corda. Da questo dedusse che, oltre alla preghiera, ci si doveva dedicare a un’attività concreta. Così ispirato condusse da solo una vita ritirata, dove i frutti del suo lavoro gli servivano per procurarsi il cibo e per fare carità. In questi primi anni fu molto tormentato da tentazioni fortissime, dubbi lo assalivano sulla validità di questa vita solitaria. Consultando altri eremiti venne esortato a perseverare. Lo consigliarono di staccarsi ancora più radicalmente dal mondo. Allora, coperto da un rude panno, si chiuse in una tomba scavata nella roccia nei pressi del villaggio di Coma. In questo luogo sarebbe stato aggredito e percosso dal demonio; senza sensi venne raccolto da persone che si recavano alla tomba per portagli del cibo e fu trasportato nella chiesa del villaggio, dove si rimise. In seguito Antonio si spostò verso il Mar Rosso sul monte Pispir dove esisteva una fortezza romana abbandonata, con una fonte di acqua. Era il 285 e rimase in questo luogo per 20 anni, nutrendosi solo con il pane che gli veniva calato due volte all’anno. In questo luogo egli proseguì la sua ricerca di totale purificazione, pur essendo aspramente tormentato, secondo la leggenda, dal demonio. Con il tempo molte persone vollero stare vicino a lui e, abbattute le mura del fortino, liberarono Antonio dal suo rifugio. Antonio allora si dedicò a lenire i sofferenti operando, secondo tradizione, “guarigioni” e “liberazioni dal demonio”. Il gruppo dei seguaci di Antonio si divise in due comunità, una a oriente e l’altra a occidente del fiume Nilo. Questi Padri del deserto vivevano in grotte e anfratti, ma sempre sotto la guida di un eremita più anziano e con Antonio come guida spirituale. Antonio contribuì all’espansione dell’anacoretismo in contrapposizione al cenobitismo. Anche Ilarione visitò nel 307 Antonio, per avere consigli su come fondare una comunità monastica a Gaza, in Palestina, dove venne costruito il primo monastero della cristianità. Nel 311, durante la persecuzione dell’imperatore Massimino Daia, Antonio tornò ad Alessandria per sostenere e confortare i cristiani perseguitati. Non fu oggetto di persecuzioni personali. In quella occasione il suo amico Atanasio scrisse una lettera all’imperatore Costantino I per intercedere nei suoi confronti. Tornata la pace, pur restando sempre in contatto con Atanasio e sostenendolo nella lotta contro l’Arianesimo, visse i suoi ultimi anni nel deserto della Tebaide dove pregando e coltivando un piccolo orto per il proprio sostentamento, morì, all’età di 105 anni, probabilmente nel 356. Venne sepolto dai suoi discepoli in un luogo segreto. La tradizione di benedire gli animali (in particolare i maiali) non è legata direttamente a sant’Antonio: nasce nel Medioevo in terra tedesca, quando era consuetudine che ogni villaggio allevasse un maiale da destinare all’ospedale, dove prestavano il loro servizio i monaci di sant’Antonio. A partire dall’XI secolo gli abitanti delle città si lamentavano della presenza di maiali che pascolavano liberamente nelle vie e i Comuni s’incaricarono allora di vietarne la circolazione ma fatta sempre salva l’integrità fisica dei suini «di proprietà degli Antoniani, che ne ricavavano cibo per i malati (si capirà poi che per guarire bastava mangiare carne anziché segale), balsami per le piaghe, nonché sostentamento economico. Maiali, dunque, che via via acquisiscono un’aura di sacralità e guai a chi dovesse rubarne uno, perché Antonio si sarebbe vendicato colpendo con la malattia, anziché guarirla.»[5] Secondo una leggenda la notte del 17 gennaio gli animali acquisiscono la facoltà di parlare. Durante questo evento i contadini si tenevano lontani dalle stalle, perché udire gli animali conversare era segno di cattivo auspicio. http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_abate 07|01|14

 INGRESSO LIBERO-

CHI è ALBERTO MASSI?
Alberto Massi nasce a Siena il 10 Maggio 1960, laureatosi in scienze biologiche ha svolto per lungo tempo attività di ricerca presso l’Università di Bologna. Ha iniziato lo studio della cornamusa scozzese nel 1991, grazie a due grandi appassionati toscani, Riccardo Bonanni e Francesco Focardi, fondatori del B.I.G. (Bagpipe Italian Group). Riccardo Bonanni è stato anche il suo primo maestro. In seguito egli ha seguito numerosi stage tenuti in Italia dal maestro bretone Bruno Le Rouzic, presso il quale ha frequentato anche due corsi “full immmersion” di una settimana in Bretagna. Il primo viaggio di studio in Scozia è avvenuto nel 1997, ed in quella occasione ha potuto ricevere lezioni da Andy Hunter e da Brian Lamond. Nei due successivi viaggi, 2000 e 2003, ha invece frequentato i corsi del National Piping Centre, considerato a ragione come l’accademia del piping nel mondo e, dopo aver ricevuto insegnamento da importanti maestri quali Willie Morrison, Colin MacLellan e Dougie Pincock, è divenuto allievo personale del grande Roderick MacLeod. Nel 2003 ha conseguito il “Performer’s certificate”, diploma ufficiale rilasciato dall’Institute of Piping. Nel Marzo 2003 vince Archie Kenneth Memorial Quaich, la più importante manifestazione mondiale di musica classica per cornamusa scozzese riservata ai non professionisti. In Italia, la sua attività musicale si è distribuita in vari ambiti : insegnamento, attività concertistica, saggistica. Attualmente tiene corsi di insegnamento a Bazzano (BO), Isernia, Rignano sull’Arno (FI), San Giovanni (VR) e Locarno (Svizzera). Tale attività è sempre posta sotto l’egida del B.I.G., l’associazione che in Italia si preoccupa di garantire il corretto approccio tecnico e culturale allo strumento. L’attività concertistica si divide tra performance soliste e di gruppo; ha infatti collaborato con i gruppi Birkin Tree, Fianna, Fiamma Fumana (con cui ha anche inciso “1.0”, il loro primo lavoro) e con i Whisky Trail. E’ Particolarmente brillante nel gestire esibizioni nella forma della conferenza-concerto, utilissima per la promozione di un ascolto consapevole di questa musica. E’ inoltre autore di numerosi articoli riguardanti la storia e la tecnica della cornamusa nelle riviste Piping Times, Piping Today, Folk Bulletin, Utriculus. Nella primavera del 2006 consegue il “Senior Certificate on Piping” e il “Tutor Certificate” presso l’Institute of Piping di Glasgow. Ispiratore e principale autore della collana di CD Rom Tutorial dal titolo “The Great Highland Bagpipe”, ha di recente pubblicato il suo primo album dal titolo “A Call from Afar”. Infine, collabora con il bravissimo costruttore Franco Calanca allo sviluppo e al testing delle sue cornamuse.

Chi è FINLAY MACDONALD?
Finlay MacDonald (1978) è un compositore e musicista scozzese. Fu uno dei primi zampognari ad aver ricevuto un BA in musica scozzese e tubazioni dalla Royal Scottish Academy of Music and Drama.MacDonald studia tubazioni presso il centro nazionale di Piping di Glasgow. E’ membro della band di Oman Airforce. Ha fondato la sua propria band The Finlay MacDonald Band che nei tour tra 2006 e 2007 ha riscosso notevole successo. Ogni anno lavora con Roddy MacLeod per organizzare il Piping Live! Festival.Si è esibito con Jay-Z, P Diddy e Alicia Keys agli MTV Music Awards nel 2010 e successivamente con Bryan Adams presso la Glasgow Royal Concert Hall.Oltre a collaborazioni musicali e spettacoli, MacDonald anche recitato accanto a Michael Keaton nel film A colpo a gloria.

Chie è JOSHUA DICKSON?
Joshua Dickson è un significativo rappresentante della musica scozzese alla Royal Scottish Academy of Music and Drama. Nato e cresciuto in Alaska, arrivò in Scozia nel 1992 per studiare il gaelico scozzese presso all’Università di Aberdeen. Si è poi specializzato, conseguendo un dottorato, sulla storia delle tubazioni presso la Scuola di Studi scozzesi dell’Università di Edimburgo. Ha pubblicato, con il titolo Quando Piping era forte: Tradizione, cambiamento del Bagpipe in South Uist. Si è esibito nella scena musicale gaelica contemporanea con Na Tri Seudan al Festival di Edimburgo di Allan MacDonald. La sua innovativa antologia di studi di tubazioni, The Highland Bagpipe : Musica , Storia , Tradizione , è pubblicato dalla Ashgate ( 2009) .
Egli è anche un borsista postdottorato di Celtic e Studi scozzesi , Università di Edimburgo , ed è assistente al montaggio della rivista peer -reviewed studi scozzesi.

Preziosa la collaborazione di:
Pro Loco Molino del Pallone – Pro Loco “il Faggio” – Associazione Castello Manservisi
Ass.to al Turismo Comune di Porretta Terme

17|03|14

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