9 percorsi proposti
e descritti a cura della
Pro – Loco “IL FAGGIO”
per conoscere e scoprire
la natura.
Percorso 1
Castelluccio – Lago – Balzo delle cinge
Il percorso si snoda in direzione sud- est, con origine a Castelluccio. Mantenendo la strada principale del paese, Via Manservisi, si incontra poco oltre la fine del centro abitato, un’edicola votiva detta Verginina, posta al centro della strada.
A sinistra di essa, occorre imboccare la comunale che collega Castelluccio con la località terzo, piccolo agglomerato arroccato al monte.
Poco prima della borgata, bisogna abbandonare la strada asfaltata per addentrarsi nel
fitto del bosco percorrendo una carrareccia bianca. In auto e a piedi, mantenendo la sinistra, è così possibile raggiungere “il lago”, ampio spazio erboso attualmente utilizzato per i pic-nic, e, un tempo, area che ospitava un campeggio attrezzato.
Continuando per la strada con fondo in terra, oltre il lago, tra singolari castagni e caratteristici essiccatoi (o metati) – casoni adibiti all’essiccazione delle castagne per ricavarne la farina – si arriva a una modesta maestà costituita da una immagine sacra
posta in una nicchia su di un pilastrino di pietra.
Poco oltre il “balzo delle Cinge” offre la possibilità di ammirare uno splendido paesaggio che si apre alla vista turista che esce dal bosco. Con un po’ di fortuna
e rimanendo in silenzio è possibile scorgere animali tipici del nostro Appennino.
– Curiosità : parte del percorso è stato utilizzato dal regista Pupi Avati quale set di alcune scene di un suo celeberrimo film: “Una gita scolastica”.
– Lunghezza: 1600 m (andata).
– Tempo di percorrenza: 35 minuti.
– Quote: partenza 810 m s.l.m. – arrivo 848 m s.l.m.
– Caratteristiche: percorso agevole e di facile adatto a turisti inesperti ed anziani.
Percorso 2
Castelluccio – Terzo – Roncale
La prima parte del percorso è la stessa dell’itinerario n.1. In prossimità del Terzo, si devia verso la borgata e si imbocca la strada sterrata di fianco al lavatoio.
Si prosegue fra piante secolari su un pianoro e poi si abbandona la strada sterrata per imboccare il sentiero che in breve immette sulla carrareccia in salita che porta a Roncale, con un primo strappo abbastanza impegnativo.
Giunti in quota la strada restringendosi diventa comodo sentiero, fiancheggiato da essiccatoi, alcuni dei quali ancora agibili e da castagneti in parte produttivi.
Il percorso termina al raggiungimento della Dogana ( Cà d’Alchera), posta sulla sinistra del sentiero.
N. B. Proseguendo lungo il sentiero, a 250 metri si apre uno spiazzo con un’ampia visuale sulla vallata del Rio Maggiore e sul Monte di Granaglione.
– Lunghezza: 2300 m (andata).
– Tempo di percorrenza: 45 minuti.
– Quote: partenza 810 m s.l.m. – arrivo 995 m s.l.m.
– Caratteristiche: percorso abbastanza agevole, con strade e sentieri in buone condizioni; si consiglia una sosta sul pianoro del Terzo.
Percorso 3
Vivaio – Doccione – Poggio del Diavolo
Incamminandosi lungo la strada principale del paese, si giunge ad una Verginina. Continuando, imboccare la strada in direzione della località Nuvolè e mantenere la sinistra fino al raggiungimento del Vivaio Forestale “I Monti”.
Pochi metri dopo l’ingresso del Vivaio stesso, sulla destra, procedere lungo la strada sterrata che lo costeggia, dove si può ammirare un lembo di orto botanico con alcune piante di interesse. Proseguendo oltre si giunge al “Doccione” ove è presente un vasto invaso, ben inserito nell’ambiente. La vasca, costruita per irrigare il vivaio, ha contenuto in passato trote di allevamento.
È interessante notare la presenza di numerosi insetti acquatici nella vasca. Di fronte è posta una sorgente d’acqua molto buona e fresca anche nei mesi estivi.
L’itinerario prosegue attraverso la pineta; dopo 300 metri imboccare a sinistra il sentiero in salita che porta, con numerosi tornanti, al Poggio del Diavolo.
N.B. deviazione: anziché imboccare il sentiero, proseguire a destra lungo la strada, si sfocia nel campo della Ca’ Nova, al centro del quale è posta una costruzione rustica in arenaria; ai margini flora interessante.
– Lunghezza: 1200 metri (partendo dal vivaio)
– Tempo di percorrenza: 40 min. (andata).
– Quote: partenza 1004 m s.l.m.; arrivo 1150 m s.l.m.
– Caratteristiche: percorso molto agevole del primo tratto, esposto al sole e interessante per la varietà delle colture; ripido tortuoso nella seconda parte, ove
bisogna porre attenzione al sentiero che ha diverse ramificazioni.
Percorso 4
Traversa del Piella
Per la prima parte del percorso fare riferimento al percorso n. 3 fino a giungere al Vivaio. Poche centinaia di metri dopo, oltrepassata una abitazione la strada diventa sterrata, attraverso imponenti e secolari pinete. Al terzo tornante si imbocca sulla
sinistra la strada con catena che entra nel bosco. Dopo alcuni tornanti in salita ci si immette in un percorso quasi pianeggiante all’interno di bellissime pinete.
Si prosegue fino al congiungimento con la strada che porta alla croce del Piella, attraversando una pineta e al termine, faggi ad alto fusto.
Sul piazzale è situata una croce in ferro posta in onore dei caduti alpini.
Molto bella è la veduta dalla terrazza panoramica antistante che si affaccia sulla valle del Rio Maggiore e sulle montagne più lontane.
– Lunghezza: 2800 metri (partendo dal Vivaio).
– Tempo di percorrenza: 50 minuti (andata).
– Quote: partenza 1004 m s.l.m.; arrivo 1199 m s.l.m.
– Caratteristiche: percorso agevole su strada sterrata che attraversa le più belle pinete della nostra montagna. È zona frequentata per la comodità d’accesso e per la presenza di funghi e prodotti del sottobosco.
Percorso 5
Pratonovello – Passo S. Antonio –
Tresana
Percorso misto: la prima parte si fa in auto e poi ci si incammina a piedi lungo il sentiero.
La partenza del percorso è dalla borgata di Pratonovello raggiungibile seguendo la strada che da Castelluccio sale verso il Santuario della Madonna del Faggio. Giunti al bivio, ove comincia la strada non asfaltata per il Santuario, si continua diritto tenendo la strada asfaltata e salendo per 500 m circa.
La partenza del sentiero di trova di fronte al grazioso oratorio di Pratonovello: si sale seguendo la linea di massima pendenza del versante montano e si arriva alla sommità del valico al Passo di Sant’Antonio, così chiamato per la presenza di una formella votiva con l’immagine del Santo, appesa a un albero.
Dal passo è possibile ammirare un bellissimo panorama, che spazia sulla valle attraversata dal torrente Barricello. Dal passo si discende passando attraverso un gruppo di case disabitate, chiamate Casa Valentino, verso il borgo di Tresana.
Fra le antiche case in pietra, abitate nei mesi estivi dai villeggianti, ci si può dissetare alla fontana, e riposarsi in questo posto che ricorda l’atmosfera dei tempi antichi.
Un sentiero parte dal borgo e discende verso il Rio Scorticato, portando al Santuario della Beata Vergine del Faggio.
Per il ritorno consigliamo di prendere la strada carrozzabile che dal Faggio riconduce a Pratonovello, che è abbastanza pianeggiante e offre la vista sul paese di Monteacuto delle Alpi.
– Lunghezza: 2800 metri (partendo dal Vivaio).
– Tempo di percorrenza: 50 minuti (andata).
– Quote: partenza 1004 m s.l.m.; arrivo 1199 m s.l.m.
– Caratteristiche: percorso un po’ impegnativo nella prima parte a causa del dislivello, poi facile e comodo fino la borgata di Tresana. Si consiglia una sosta al
passo S. Antonio per un safari fotografico alle montagne circostanti. Dopo il passo sulle sponde in stagione grande fioritura di ciclamini.
Percorso 6
Tresana – Albareto
Per raggiungere il caratteristico borgo di Tresana, dal quale parte il nostro itinerario, bisogna percorrere la strada che da Castelluccio porta al Santuario della Madonna del Faggio. Attraversato il paese si continua seguendo le indicazioni per Pennola e attraversato il borgo proseguire per circa 1 km. Imboccare la strada sterrata a destra seguendo le indicazioni: Madonna del Faggio e dopo circa 2 km svoltare a sinistra salendo sulla strada di nuovo asfaltata verso Tresana.
Il borgo si presenta con le sue tipiche costruzioni in sasso che fanno corona intorno a una fonte dall’acqua freschissima.
Attraversato il gruppo di case inizia la strada sterrata costruita dal Consorzio Utilisti, che sale per lungo tratto in forte pendenza, giungendo all’imbocco della valle dell’Albareto. Si percorre ancora un breve tratto pianeggiante e ci si immerge nella valle dell’Albareto, ricca di flora interessante.
Questa zona è molto frequentata da animali selvatici (soprattutto caprioli,
daini e cinghiali). È un’area non molto conosciuta, ma assai suggestiva per l’asprezza del paesaggio, che evoca, nel silenzio dei boschi, un senso di pace e di
ristoro.
– Lunghezza: 1200 metri (Partendo da Tresana)
– Tempo di percorrenza: 25 minuti (andata)
– Quote: partenza 933 s.l.m.; arrivo 1040 s.l.m.
– Caratteristiche: Percorso un po’ impegnativo, per la forte salita della strada nella prima parte. Molto probabile l’avvistamento di branchi di caprioli nelle faggete della parte alta.
Percorso 7
Poggio del diavolo – Acqua fredda –
Crinale del Tresca
Si parte in direzione ovest dal Poggio del Diavolo (per arrivare al Poggio del Diavolo, vedi percorso 3 – Prima Parte), lungo la strada sterrata che con un percorso pianeggiante attraversa prima la pineta, poi la faggeta; al bivio tenere la strada alta che attraversa le sorgenti dell’Acqua fredda; dopo una breve salita che costeggia una giovane pineta, il percorso ritorna pianeggiante attraverso faggete fino al crinale del
Tresca. Aprendosi un varco attraverso la vegetazione che circonda lo spiazzo finale si apre un incantevole panorama che prospetta il Corno alle Scale e si affaccia a strapiombo sulla sponda ove si intravedono Tresana e Casa Valentino. Veduta aerea del paese di Monteacuto.
– Lunghezza: 1100 metri (andata)
– Tempo di percorrenza: 20 minuti (andata)
– Quote: partenza 1140 s.l.m.; arrivo 1230 s.l.m.
Caratteristiche: Percorso molto agevole, salvo l’attraversamento di alcuni rii alle sorgenti. Sulla destra, dopo 300 metri, si trovano in stagione, diffuse colture di lamponi. È un percorso molto fresco in ogni stagione per l’incombenza sul percorso del monte Tresca, la cui vetta può essere raggiunta con una deviazione sul sentiero CAI oltre metà percorso.
Percorso 8
Casone della benedizione – Mulino
della Squaglia – Monteacuto
Il sentiero è raggiungibile in auto seguendo ancora la strada che da Castelluccio porta Madonna del Faggio.
Lasciata la strada asfaltata e presa la strada bianca per il Santuario, si incontrano a valle due casoni per l’essiccazione delle castagne, oggi ancora usati con lo stesso procedimento che si tramanda da secoli. Il secondo di questi casoni, ormai in prossimità del Santuario, è chiamato il “Casone della benedizione”, perché davanti ad esso viene impartita durante il mese di maggio la benedizione con la Venerata immagine al paese antistante di Monteacuto delle Alpi e i suoi abitanti compiono l’ultimo tratto per accompagnarla di nuovo al Santuario.
Partendo da questo punto si procede con il sentiero in direzione Molino della Squaglia, che ospita ancora un mulino a ruota, si oltrepassa il torrente Barricchello
sul ponte e ci si inerpica con un tortuoso sentiero fino al borgo medioevale di Monteacuto.
Da non perdere la visita alla chiesa di San Nicolò e un sorso di acqua
freschissima alla fonte storica di Poli Pasquali.
Dal paesino si può ammirare una stupenda veduta sul Corno alle Scale.
– Lunghezza: 1700 metri andata (partendo dal Casone
della Benedizione).
– Tempo di percorrenza: 45 minuti (andata) – 40 minuti (ritorno).
– Quote: partenza 880 m s.l.m.; arrivo 915 m s.l.m.
– Caratteristiche: Percorso abbastanza impegnativo per i forti dislivelli. La salita va affrontata con andatura lenta e qualche precauzione in caso di pioggia per alcuni punti scivolosi.
Percorso 9
Castelluccio – Serenna – Parchiè –
Mulino di Taccaia
È un percorso a valle del paese di Castelluccio. Il sentiero inizia sotto le vecchie scuole elementari, che si trovano verso al fine del paese e dove ora hanno la
loro sede le Poste. All’inizio del percorso ci accoglie una simpatica fontanella d’acqua molto fresca che ci invita a scendere per il sentiero che costeggia un
vecchio abbeveratoio.
Arrivati nel borgo di Serenna per la vecchia strada che attraversa campi e prati, si
procede per il Parchiè (altra borgata rurale) e infine sempre per la strada vecchia, attraverso boschi di quercia si giunge al Mulino di Taccaia.
Fa sfoggio di se’ la bella costruzione del vecchio mulino che conserva al suo interno i segreti di un mestiere di tempi passati. È una passeggiata molto rilassante in
quanto si snoda prevalentemente attraverso prati e campi.
Interessante la meta, costituita da uno dei pochi mulini ancora funzionanti, posto sul torrenteSilla alla confluenza con Rio Fantino.
– Lunghezza: 2800 metri (andata)
– Tempo di percorrenza: 45/50 minuti (andata); 55 (ritorno)
– Quote: partenza 807 s.l.m.; arrivo 505 s.l.m.
– Caratteristiche: la strada è alquanto dissestata nella prima parte e soprattutto nei 200 metri di percorso che precedono il Parchiè. Agevole e non impegnativa per il resto. Lungo il percorso ci si puo dissetare alle fontane di Serenna e Parchiè. Sconsigliabile in casi di piogge, perché il sentiero diventa fangoso.