Il mulino di Taccaia è situato in un borgo solitario, immerso nel verde nella zona di confluenza tra torrente Silla e il rio Fantino. Il complesso è stato recentemente ristrutturato dai proprietari Livia e Mario, che hanno mantenuto la struttura originaria distribuita su 4 piani.
Le origini del mulino risalgono al 1829, quando venne costruito per supplire alla perdita dei due mulini situati nella zona del Panigale e trasformati in ferriere. Il suo nome ha avuto origine dal nome del mugnaio balbuziente (dialetticamente detto “el Taccai”) che vi risiedeva, e non dal nome della località in cui sorge come è naturale pensare.
Dal giardino si vede il piccolo Bottaccio (il laghetto in cui si accumula l’acqua prima di entrare nel mulino) con le tre feritoie che portano acqua alle ruote; la gora costeggia un sentiero che permette di camminare tra le acque del canale e del torrente Silla, dove fanno da cornice fiori e ponticelli che la rendono un posto magico.
Nel locale interrato vi sono tre ruote a cucchiai di legno, che muovono gli alberi fissati alle tre macine poste al piano superiore dove avveniva la molitura (operazione con cui si riducono i cereali in polvere).
Inoltre troviamo le tramogge, grandi imbuti di legno in cui venivano versati i cereali o le castagne, indirizzati all’interno di due grandi macine di pietra.
La rotazione delle macine imposta dal movimento degli alberi motori macinava il prodotto che si raccoglieva in una grossa cassa di legno.
Al piano terra si trova l’ambiente in cui erano accumulati i sacchi di macinato e di prodotti ancora da macinare. Si può osservare una grande bilancia, che era utilizzata per pesare i sacchi. Nel pavimento di legno vi sono inoltre tre fori quadrati che servivano per rovesciare il contenuto dei sacchi nelle tramogge al piano sottostante. Qui troviamo anche la cucina con il camino, il lavello e due fornelli in pietra per cucinare con le braci. Al primo piano invece vi sono le stanze da letto della famiglia dei proprietari del mulino.