GIOVEDI’ 7 AGOSTO ORE 21 PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GIORGIO ARDENI “CENTO RAGAZZI E UN CAPITANO – LA GUERRA PARTIGIANA NELL’ALTO RENO”

Il volume ricostruisce la cronaca e la storia di quei venti mesi di guerra partigiana, di battaglie e scontri e di efferate uccisioni sulle montagne dell’alto Reno e le vicende della Brigata Giustizia e Libertà “Montagna” e delle altre formazioni che agirono su quei monti, come la Matteotti “Montagna” del capitano Toni che là vi trovò la morte.

Fu a Gaggio Montano, che rimarrà tagliato a mezzo dalla linea difensiva messa in piedi dalle armate germaniche per resistere un altro inverno all’avanzata alleata, che un gruppo di giovani nel giugno del ’44 diede vita a quella Brigata che si fece onore, la Brigata Giustizia e Libertà “Montagna”. Tra quei giovani c’erano tra gli altri Gigino Amaduzzi, Enzo Biagi, Renato Frabetti, Leonardo Gualandi, oltre a Sisto Ardeni, padre di Pier Giorgio. E c’era il diciottenne Francesco Berti Arnoaldi Veli, il partigiano Checco, con il fratello minore Paolo.
Sulla base di fonti documentali, di materiali lasciati dalla Brigata e di testimonianze scritte e orali di protagonisti e testimoni, il libro traccia, giorno per giorno, il percorso compiuto da quei “cento ragazzi” al comando del capitano Pietro Pandiani nei lunghi mesi alla macchia. E propone qui la testimonianza viva dalla memoria del partigiano Checco, del fratello Paolo, nelle parole lasciateci nel suo prezioso diario, e di Renato Frabetti, nella ricostruzione che ci ha lasciato. La testimonianza “dal vero” di quella stagione aspra che pure contribuì alla nascita di un mondo nuovo.
Il libro ricostruisce la storia della liberazione di Gaggio, Lizzano e dei paesi intorno, l’amministrazione di guerra delle giunte nominate dal CLN, il lungo dopoguerra con i suoi strascichi di sangue.
Da qualche anno, Pier Giorgio Ardeni, studioso di migrazione, povertà e sottosviluppo, va scavando nella storia del nostro Appennino, da dove il nonno emigrò verso l’America per poi ritornare in quel di Gaggio Montano e mettere su famiglia e dove il padre fu partigiano in Brigata. Negli ultimi anni, Pier Giorgio Ardeni, ha esplorato e studiato, in forma privata, la storia di quella Brigata, ricomponendo le vicende di violenza, sacrificio e sofferenza di quei mesi alla macchia. Quella guerra di cui Checco è rimasto uno degli ultimi testimoni viventi.
Francesco Berti Arnoaldi Veli, finita la guerra si è laureato ed è stato avvocato a Bologna, seguendo la tradizione di famiglia. E, poiché «la cosa peggiore è tacere», ha sempre continuato a far parlare il partigiano, componendo Cantatine partigiane (1954) e Con i miei compagni devo restare (1974), libri che hanno tenuto vivo quel mondo, fino a Viaggio con l’amico (1990), gioiello della memoria. E poi l’ordito mai spezzato dei compagni di strada, da Ferruccio Parri a Piero Calamandrei a Tristano Codignola, da Cesare Gnudi a Carlo Ragghianti a Giuseppe Alberigo, rendendo omaggio anche a don Milani, padre Balducci, padre Casali e Giuseppe Dossetti. Francesco Berti Arnoaldi Veli è presidente onorario della FIAP, Federazione Italiana Associazioni Partigiane, e della Fondazione ex-campo di Fossoli, Carpi

29|07|14

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