Incominciando a parlare di un santuario, ed in particolare delle sue origini, penso – SCRIVE RENZO ZAGNONI IN UN SUO SAGGIO sia necessario iniziare da alcuni accenni relativi alle leggende di fondazione, diffuse nella memoria collettiva fino ad oggi. Tali leggende descrivono, ovviamente, fatti in larga parte fantastici e spesso si diffondono anche molto tempo dopo la costruzione del sacro edificio. Nel nostro caso la leggenda si diffuse e fu in
qualche modo fissata a metà dell’Ottocento, cioè più di cent’anni dopo la fondazione del santuario.
Ugualmente, però, pur essendo spesso del tutto infondate dal punto di vista storico, questo tipo di
narrazioni tramandate di generazione in generazione hanno una grandissima importanza anche dal
punto di vista della storia della pietà popolare, perché ci aiutano a comprendere il modo in cui un
intero popolo si rapportava.
La più antica versione della leggenda rinvenuta è contenuta in un documento non datato, ma ascrivibile
con sicurezza alla metà dell’Ottocento: perché detta Immagine essendosi, siccome è fama, ritrovata
da un garzoncello pastore attaccata ad un Faggio, se la portò con innocente allegrezza alla propria casa e
prodigiosamente sparita fu la mattina susseguente riveduta novellamente attaccata a quel Faggio. Un’altra
versione della leggenda…Un pastorello trovavasi in quel luogo, cioè nella “Vallimenga” a pascolare il gregge, e proprio sotto il Faggio a cui era appesa la S. Immagine. Quivi gli apparve la Vergine, gli disse che desiderava essere onorata in tale luogo, e ne desse quindi avviso al Parroco di Castelluccio. Il giovanetto si mosse, e fatti alcuni passi;si volse a quella nobilissima Signora dicendo: Il Parroco mi crederà? Va, rispose la Vergine, e non temere. Il pastorello rimase col collo alquanto torto. Recatosi al Parroco in tale stato, e narrato il fatto, il collo tornò al suo stato naturale, per cui il Curato prestò fede alla narrazione del pastorello, si recò sul luogo, trovo I’ immagine,
e così ebbe origine il concorso a quel luogo solitario, per le grazie che Maria concedeva a chi accorreva a pregare
con fede. Dicesi ancora, che una giovinetta, trovandosi colà sola, si prese con semplicità la Immagine, portossela
a casa e l’appese al muro accanto al suo letticciuolo, senza dir nulla a persona. Alla mattina susseguente si
sveglia, cerca la Immagine, ma non la trova. La fanciulla si mette a piangere e incolpa quelli di casa dicendo che
glie l’hanno involata. Questi l’assicurano di no; ed essa allora si reca di nuovo sul posto, là ritrova l’Immagine
di Maria, la quale le fa conoscere che ivi vuole essere onorata. Quanto ci sia di vero in queste tradizioni non
saprei dire. Io non faccio che riferire. Quest’ultima, più circostanziata versione risulta del tutto analoga
a quella ancor oggi viva e presente nella memoria collettiva dei popoli vicini, raccolta nel 1982 dalla
testimonianza di Adalgisa Nanni.
SABATO 26 LUGLIO FESTA DELLA MADONNA DEL FAGGIO PROCRSSIONE, MESSA E ACCOGLIENZA CON RISTORAZIONE A CURA DELLA PRO LOCO IL FAGGIO DI CASTELLUCCIO
18|07|14