Una collezione di ricordi che svaniscono, riemergono si confondono con il contesto.
Il ricordo e la memoria sono cose vive e legate al presente come
quotidiano.Le persone sono scese a valle per moltissimi motivi, migranti felici, nostalgici, migranti vecchi e recenti, montanari scivolati sulla roccia, rotolati dal pendio per atterrare su terreni sconosciuti, approdati, portano con sè la loro idea della montagna oramai disabitata. Una collezione di ricordi si presenta allo spettatore. Una collezione di edifici con la loro storia, le loro architetture, il loro contesto. Le tracce della presenza umana sono sulla superficie dei muri attraverso erosioni, graffiti, gesti incisi.
Questo è il panorama che la collezione di Valentina Monari propone allo spettatore. Si tratta di un lavoro iniziato pochi mesi fa, nel periodo coincidente con il suo arrivo in Belgio, dove soggiorna dal settembre 2014. Il tema della ricerca visiva scaturisce da un incontro con lo scrittore Riccardo Finelli che nel 2013 ha percorso l’Appennino da nord verso sud, mantendosi il più possibile sul crinale, incontrando quelle realtà montane al limite dell’oblio, e le altre che vantano progetti propositivi e propulsivi. In questo bivio/crinale si pone il lavoro di Valentina Monari in equilibrio tra la descrizione del ricordo, del frammento di memoria e la spinta generativa dell’immagine.
SABATO 27 GIUGNO APERTURA DELLA MOSTRA DELLE OPERE DI VALENTINA MONARI “ONE WAY -MEMORIE/OBLIO-
09|06|15