AUTUNNO A CASTELLUCCIO: L’INVIDIA DEL PENNELLO DI STEFANO SEMENZATO

MOSTRA FOTOGRAFICA “AUTUNNO A CASTELLUCCIO: L’INVIDIA DEL PENNELLO”

DI STEFANO  SEMENZATO

Introduzione dell’autore

In autunno la natura stupisce e meraviglia. Ma che cosa è la fotografia se non il tentativo di catturare e trasmettere questo stupore e questa meraviglia? Come trasmettere  le emozioni   dell’autunno di Castelluccio?   Nell’ ultimo anno ho cercato di capire come i colori vengono percepiti dall’occhio e dal cervello umano; le diverse sensazioni che producono: piacere, paura, rilassatezza, angoscia …   e a come trasferirle sul sensore della fotocamera e poi sulla fotografia stampata. Questa mostra che viene allestita al Castello Manservisi  è il risultato di questa ricerca.   Partiamo dal titolo: l’invidia del pennello.  Il fatto è che il pittore di paesaggi può  condensare in un unico quadro emozioni ed immagini sedimentate persino in una intera vita. Può mettere assieme un’ alba a luce rossa di dieci anni fa con le luci blu di una tramonto di ieri.   La foto è invece una istantanea, millesimi di secondo, coglie l’attimo. Sembrerebbe in antitesi al processo creativo del pittore. Ma forse, almeno nella fotografia di paesaggio non è così.

Quando, lo scorso autunno  ho percorso i boschi attorno a Castelluccio mi sono accorto che  scegliendo il momento in cui sole e nuvole creano particolari luci, aspettando i momenti giusti per certi chiaroscuri, scegliendo le ore adatte, creavo le condizioni (con le tante regolazioni della macchina fotografica ) affinchè emergessero alcuni colori : perchè  sapevo già quali erano per me  i colori dell’autunno.  Lo sapevo  perché – come nel pittore – sono dentro di me, fanno parte del mio immaginario. Sono colori sedimentati in anni di vita, dalle passeggiate con le maestre alle elementari, alle immagini viste in tanti quadri, soprattutto impressionisti, alle foto di altri fotografi, ai tanti autunni passati tra le montagne dell’Appennino. E’ questo immaginario, con i suoi colori, che ho cercato di far emergere nella mostra.

E parlo di colori e non di paesaggi perchè  le mie foto non vogliono avere valore documentario, non mirano a riprodurre scene di paesaggio: ciò che vale in autunno sono i colori, i contorni spariscono. Mi sono anche immaginato l’autunno visto dalle tante persone che a Castelluccio  usano raramente gli occhiali. Ho capito così che l’importante non è la nitidezza  dell’immagine, che il piacere  non deriva tanto dai contorni  che vediamo, ma dal senso di benessere che percepiamo.In questa mostra ho cercato così di proporre il mio piccolo  paradiso. Paradiso è infatti una parola persiana che significa luogo cinto da mura (Kennet Klark); è esattamente ciò che il fotografo vede nel mirino della fotocamera.

 

 

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