“Tra cinquecento e settecento: Capolavori svelati, nelle chiese di Capugnano e Castelluccio”
Un volume di fotografie di Stefano Semenzato dedicato alle due chiese di San Michele Arcangelo di Capugnano e Santa Maria Assunta di Castelluccio e con un ampio saggio introduttivo di Angelo Mazza.
Sono intervenuti: Don Lino Civerra, Renzo Zagnoni,
Angelo Mazza, Stefano Semenzato, Roberto Margelli, Elena Gaggioli
Il libro 120 pagine in formato 30×30 su carta patinata di alta qualità contiene le fotografie, la descrizione, i commenti, le attribuzioni pittoriche delle opere presenti nei 18 altari e nelle pareti delle chiese come degli oratori collegati. Parliamo delle grandi pale d’altare di pittori importanti del 600 come Alessandro Tiarini, di terrecotte del 500 come nel caso della natività di Capugnano, di affreschi e statue del 500, di terrecotte del 700 come l’importante via crucis di Capugnano o ancora dei paliotti in scagliola intarsiata e dipinta sempre a Capugnano.
Si tratta di un racconto fotografico che attraverso lo scontorno delle opere, la rappresentazione dei particolari, la valorizzazione dei dettagli si propone di essere da una parte un catalogo e una guida, dall’altra mantenere originalità e qualità delle immagini. Contiene un ampio saggio storico-artistico, la presentazione di Renzo Zagnoni e Don Lino Civerra e una prefazione di Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna.Il libro è promosso dalle Associazioni e dalle Parrocchie di Castelluccio e Capugnano, con il sostegno della BCC e del Comune di Alto Reno Terme.
Dice Stefano Semenzato autore delle fotografie
Ho fotografato le chiese, non con l’occhio del presente, ma come se fosse il giorno della loro inaugurazione. Ho fatto le fotografie pensando e cercando di far rivivere la sorpresa dei fedeli che – fuori dall’attuale società dell’immagine – si trovavano per la prima volta di fronte alle varie opere. Infatti l’obiettivo fotografico e l’illuminazione dei flash permettono di insinuarsi nelle increspature delle tele, di far emergere particolari, di ravvivare colori, di simulare la luce delle candele o i colpi di sole con cui i visitatori del Seicento potevano osservare le opere.
Una caratteristica sottolineata dall’Arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, che nella sua prefazione scrive tra l’altro:
La pubblicazione vuole essere attenta a quei dettagli che, spesso, l’occhio distratto del visitatore o del fedele stesso, non riesce a cogliere. Si può dire che le singole opere sono prese in esame con la lente di ingrandimento, per cogliere, attraverso la bellezza delle immagini, quei particolari che, difficilmente, si potrebbero notare. Non si tratta, dunque, di un nostalgico album fotografico, ma di una memoria viva, che permette di valorizzare quanto ci è stato lasciato dai nostri padri e di viverlo come responsabilità verso il futuro, diventando custodi sempre più consapevoli di un patrimonio storico e artistico ricco e significativo.
L’ampio saggio introduttivo di Angelo Mazza è corredato da 28 fotografie ed è intitolato “L’oro del Reno”, Il patrimonio artistico di una valle dell’appennino. In esso si percorrono le vicende artistiche del 600 attraverso le opere – presenti nelle chiese della montagna bolognese e in parte modenese – di pittori come Alessandro Tiarini, Domenico Cresti, Pellegrino Pellegrini, Pietro Maria Massari, Vincenzo Spisani, Gabriele Ferrantini. Artisti influenzati, o in stretta relazione con le scuole bolognesi (alcuni sono diretti allievi di Guido Reni) che depositano nella montagna un vero patrimonio artistico ancora poco valutato.
Don Lino Civerra e Renzo Zagnoni nella loro introduzione ricordano come le associazioni che partecipano a questa iniziativa, e che l’hanno in buona parte finanziata, intendono rendersi protagoniste di un lavoro di recupero storico, artistico, identitario dei beni culturalie religiosi esistenti nel territorio. Non ultimo il fatto che la riscoperta di questa bellezza può avere un risvolto nella conoscenza del nostro territorio e quindi un forte significato anche per la sua promozione turistica. I dipinti conservati nelle nostre chiese, non solo in quelle di Capugnano e Castelluccio ma di tutta la montagna, sono davvero un museo diffuso, che potrebbe diventare, se adeguatamente reso disponibile e fruibile, una fortissima attrattiva turistica per un territorio che, nel turismo culturale può trovare uno dei suoi volani di crescita.
Pro Loco di Capugnano, Pro Loco “il Faggio” di Castelluccio,Associazione Castello Manservisi, Consorzio utilisti di Capugnano,Gruppo di studi Alta Valle del Reno – Nueter,in collaborazione conParrocchia di San Michele Arcangelo di Capugnano,Associazione Beata Vergine della neve di Capugnano
Stefano Semenzato si dedica prevalentemente all’attività fotografica. È giornalista professionista dal 1980, ha direttogiornali quotidiani e settimanali, è stato Senatore della Repubblica.Dal 2011 collabora a titolo volontario con Associazioni dell’Alta Valle del Reno, in particolare con l’Associazione Castello Manservisi e il Museo LabOrantes, di cui ha anche curato la guida cartacea.
Angelo Mazza, storico dell’arte, è autore di saggi sulla pittura emiliana dal Cinquecento al Settecento. Ispettoreonorario del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha promosso restauri nell’Alta valle del Reno.Ricopre il ruolo di Conservatore delle Collezioni d’arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.